venerdì 11 maggio 2012

Reggio era...il Roof Garden

     Roof Garden, la Reggio da bere 

          crivellata dai proiettili 


di Damiano Praticò – Il Roof Garden era il simbolo della ‘Reggio da bere’. Vi si incontravano i tipi altolocati, la borghesia cittadina, l’èlite di Reggio Calabria.

Tuttavia, dentro questa nobiltà estetica, negli Anni Settanta, ci ritrovavi chiunque. Anche gente in cui il concetto di nobiltà di spirito cozzava violentemente con quello che in realtà facevano.

REGGIO COME CHICAGO NEGLI ANNI VENTI: PIOVONO PROIETTILI SUL ROOF GARDEN 
Giovanni e Giorgio De Stefano, a quel tempo i reggenti della cosca di ‘ndrangheta in ascesa a discapito della ‘vecchia guardia’ composta da Don ‘Ntoni Macrì e da Don Mico Tripodo, frequentavano assiduamente il Roof Garden ed erano, tra l’altro, molto considerati nell’ambiente cittadino. Il 24 novembre 1974 una pioggia di piombo si abbatté su di essi proprio all’interno del Roof Garden: Giovanni De Stefano rimase ucciso, mentre suo fratello Giorgio, insieme a Paolo La Cava, scamparono all’agguato nonostante il loro ferimento. 
E’ l’inizio della prima guerra di ‘ndrangheta che contrappose i Piromalli-De Stefano ai Tripodo-Macrì. Una guerra che inizia proprio all’interno del bar Roof Garden.

IL SIMBOLO DELLA ‘REGGIO BENE’: I PRODROMI DEL ROOF GARDEN DELLA FAMIGLIA MONTESANO 
In principio, ed almeno fino al 1958, si chiamava Arena Garden. Era un cinema all’aperto di proprietà comunale. Da lì, tra le altre cose, partivano le carrozzelle per il passeggio sul lungomare cittadino. Tra il 1958 ed il 1962 la famiglia Montesano acquisì i terreni in cui oggi sorgono sia il Roof Garden sia l’Hotel Excelsior. A quel tempo, Francesco e Paolo Montesano, c’è da dire, erano i re del divertimento e della ristorazione a Reggio Calabria: avevano rilevato il Teatro comunale dopo la fine della guerra, possedevano il Bar Massimo, proprio vicino al teatro, e il Teatro Orchidea (il ‘Supercinema’). Dopo essere entrati in possesso anche dell’Arena Garden, i due crearono subito una sala al piano superiore per circa 300-350 persone: era la sala Magna Grecia. In essa, che nei mesi estivi era il centro nevralgico degli ambienti culturali reggini dell’epoca, si esibirono, all’acme della loro carriera, artisti del calibro di Domenico Modugno e delle gemelle Kessler. 
La struttura dell’edificio era composta dal bar al piano terra, dalla sala Magna Grecia al primo piano e dalla terrazza all’ultimo livello.

1965: I FRATELLI MACHEDA PRENDONO IN GESTIONE IL BAR. NASCE IL MITO DELL’APERITIVO PERFETTO 
I Macheda erano dipendenti della famiglia Montesano al Bar Massimo, di fianco al teatro. Presero in gestione il bar al piano terra nel 1965, lavorandoci costantemente per dieci anni. A loro si deve la trasformazione dell’intero edificio con la denominazione ‘Roof Garden’. 
La gestione Macheda fece realizzare l’exploit al locale. Furono gli anni migliori, fino ad allora, nella storia della caffetteria e della ristorazione in città. Apice di successi raggiunto anche per il fatto che la posizione del locale in centro città, vicino al Lido comunale ed alla Torre Nervi, altri centri propulsori di aggregazione della movida cittadina, rendeva la zona di Piazza Indipendenza il fulcro della vita mondana reggina, alternativamente ai vecchi luoghi di riunione come il Teatro comunale. 
Era la novità del momento. In primo luogo, nel servizio di ristorazione: i reggini non conoscevano ancora il tramezzino come forma di spuntino rapido e gustoso. Lo ha inventato il Roof Garden mutuandolo dalla tradizione gastronomica romana. Ma soprattutto, sorvolando sull’ottimo servizio di pasticceria, la specialità del Roof era l’aperitivo, curato nei minimi dettagli scegliendo alla perfezione il mix giusto tra bicchiere e prodotti salati di accompagnamento. In secondo luogo, la particolarità del bar era la struttura: 280 posti a sedere sotto i portici, con arredi in legno e piante di decorazione al contesto generale. Un ambiente molto caloroso tenuto in piedi da circa 60 dipendenti tra camerieri e pasticceri.  
Nel 1972 il primo piano venne trasformato in camere d’albergo unite all’Hotel Excelsior da un passaggio presente tutt’oggi.

1975-78: INIZIA LA PARABOLA DISCENDENTE. SCOMPAIONO I (PRIMI) MONTESANO ED I MACHEDA 
Nel 1975 il bar gestito dai Macheda fu venduto agli Arcidiaco (è quasi inutile sottolineare l’effetto devastante, soprattutto in termini di immagine, che la sparatoria contro i De Stefano, attuata dalla cosca Tripodo dentro il Bar Roof Garden pochi mesi prima, provocò sull’andamento generale del bar) e, alla morte di Francesco Montesano nel 1978, l’edificio registrò il completo declino. Le proprietà di Francesco Montesano furono divise tra gli eredi e la gestione dell’intero Roof Garden passò ad uno dei suoi figli, Nicola. 
Nel 1981 l’albergo al primo piano venne chiuso, mentre proseguì l’attività della sala banchetti e, al piano terra, quella del Bar Roof Garden passato agli Arcidiaco.

1987: LA FINE DI UN MITO CITTADINO 
Nonostante la ferrea volontà da parte di Nicola Montesano al fine di ristrutturare completamente l’intero stabile, il Roof Garden chiuse definitivamente i battenti nel 1987 a causa del fallimento della SAR (Società Alberghi e Ristoranti). La proprietà dell’edificio passò ad una seconda società che, prima di fallire anch’essa, smantellò per intero la struttura del locale. 
Ad oggi, del Roof Garden rimane soltanto l’impianto rustico. Uno scheletro vuoto a cui servirebbero circa 15 milioni di euro per la ristrutturazione. 
Alla fin della fiera, un dato è certo. Se a Reggio Calabria, oggi, viene spesso imputato il fatto che manchino zone di aggregazione sociale, oltre agli usati ed abusati Corso Garibaldi e Via Marina, comunque privi di un concreto polo di attrazione, col rischio che la gente rimanga per strada esposta a pericoli di qualunque natura, è proprio perché sono assenti ritrovi di coesione sociale come il Roof Garden il quale, insieme allo storico Lido comunale ed alla Torre Nervi, rappresentava, tolte le ‘scorie’, l’ideale ‘zona verde’ d’incontro per giovani e per adulti. Ritrovi-fucina di idee per far emergere, oggi, la Reggio Bene: stavolta, però, in senso morale.
Fonte: Strill il quotidiano in tempo reale

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