Roof Garden, la Reggio da bere
crivellata dai proiettili
di Damiano Praticò – Il
Roof Garden era il simbolo della ‘Reggio da bere’. Vi si incontravano i
tipi altolocati, la borghesia cittadina, l’èlite di Reggio Calabria.
Tuttavia, dentro questa nobiltà
estetica, negli Anni Settanta, ci ritrovavi chiunque. Anche gente in cui
il concetto di nobiltà di spirito cozzava violentemente con quello che
in realtà facevano.
REGGIO COME CHICAGO NEGLI ANNI VENTI: PIOVONO PROIETTILI SUL ROOF GARDEN
REGGIO COME CHICAGO NEGLI ANNI VENTI: PIOVONO PROIETTILI SUL ROOF GARDEN
Giovanni
e Giorgio De Stefano, a quel tempo i reggenti della cosca di
‘ndrangheta in ascesa a discapito della ‘vecchia guardia’ composta da
Don ‘Ntoni Macrì e da Don Mico Tripodo, frequentavano assiduamente il
Roof Garden ed erano, tra l’altro, molto considerati nell’ambiente
cittadino. Il 24 novembre 1974 una pioggia di piombo si abbatté su di
essi proprio all’interno del Roof Garden: Giovanni De Stefano rimase
ucciso, mentre suo fratello Giorgio, insieme a Paolo La Cava, scamparono
all’agguato nonostante il loro ferimento.
E’ l’inizio della
prima guerra di ‘ndrangheta che contrappose i Piromalli-De Stefano ai
Tripodo-Macrì. Una guerra che inizia proprio all’interno del bar Roof
Garden.
IL SIMBOLO DELLA ‘REGGIO BENE’: I PRODROMI DEL ROOF GARDEN DELLA FAMIGLIA MONTESANO
IL SIMBOLO DELLA ‘REGGIO BENE’: I PRODROMI DEL ROOF GARDEN DELLA FAMIGLIA MONTESANO
In
principio, ed almeno fino al 1958, si chiamava Arena Garden. Era un
cinema all’aperto di proprietà comunale. Da lì, tra le altre cose,
partivano le carrozzelle per il passeggio sul lungomare cittadino. Tra
il 1958 ed il 1962 la famiglia Montesano acquisì i terreni in cui oggi
sorgono sia il Roof Garden sia l’Hotel Excelsior. A quel tempo,
Francesco e Paolo Montesano, c’è da dire, erano i re del divertimento e
della ristorazione a Reggio Calabria: avevano rilevato il Teatro
comunale dopo la fine della guerra, possedevano il Bar Massimo, proprio
vicino al teatro, e il Teatro Orchidea (il ‘Supercinema’). Dopo essere
entrati in possesso anche dell’Arena Garden, i due crearono subito una
sala al piano superiore per circa 300-350 persone: era la sala Magna
Grecia. In essa, che nei mesi estivi era il centro nevralgico degli
ambienti culturali reggini dell’epoca, si esibirono, all’acme della loro
carriera, artisti del calibro di Domenico Modugno e delle gemelle
Kessler.
La struttura dell’edificio era composta dal bar al piano
terra, dalla sala Magna Grecia al primo piano e dalla terrazza
all’ultimo livello.
1965: I FRATELLI MACHEDA PRENDONO IN GESTIONE IL BAR. NASCE IL MITO DELL’APERITIVO PERFETTO
1965: I FRATELLI MACHEDA PRENDONO IN GESTIONE IL BAR. NASCE IL MITO DELL’APERITIVO PERFETTO
I
Macheda erano dipendenti della famiglia Montesano al Bar Massimo, di
fianco al teatro. Presero in gestione il bar al piano terra nel 1965,
lavorandoci costantemente per dieci anni. A loro si deve la
trasformazione dell’intero edificio con la denominazione ‘Roof Garden’.
La
gestione Macheda fece realizzare l’exploit al locale. Furono gli anni
migliori, fino ad allora, nella storia della caffetteria e della
ristorazione in città. Apice di successi raggiunto anche per il fatto
che la posizione del locale in centro città, vicino al Lido comunale ed
alla Torre Nervi, altri centri propulsori di aggregazione della movida
cittadina, rendeva la zona di Piazza Indipendenza il fulcro della vita
mondana reggina, alternativamente ai vecchi luoghi di riunione come il
Teatro comunale.
Era la novità del momento. In primo luogo, nel
servizio di ristorazione: i reggini non conoscevano ancora il tramezzino
come forma di spuntino rapido e gustoso. Lo ha inventato il Roof Garden
mutuandolo dalla tradizione gastronomica romana. Ma soprattutto,
sorvolando sull’ottimo servizio di pasticceria, la specialità del Roof
era l’aperitivo, curato nei minimi dettagli scegliendo alla perfezione
il mix giusto tra bicchiere e prodotti salati di accompagnamento. In
secondo luogo, la particolarità del bar era la struttura: 280 posti a
sedere sotto i portici, con arredi in legno e piante di decorazione al
contesto generale. Un ambiente molto caloroso tenuto in piedi da circa
60 dipendenti tra camerieri e pasticceri.
Nel 1972 il primo piano venne trasformato in camere d’albergo unite all’Hotel Excelsior da un passaggio presente tutt’oggi.
1975-78: INIZIA LA PARABOLA DISCENDENTE. SCOMPAIONO I (PRIMI) MONTESANO ED I MACHEDA
1975-78: INIZIA LA PARABOLA DISCENDENTE. SCOMPAIONO I (PRIMI) MONTESANO ED I MACHEDA
Nel
1975 il bar gestito dai Macheda fu venduto agli Arcidiaco (è quasi
inutile sottolineare l’effetto devastante, soprattutto in termini di
immagine, che la sparatoria contro i De Stefano, attuata dalla cosca
Tripodo dentro il Bar Roof Garden pochi mesi prima, provocò
sull’andamento generale del bar) e, alla morte di Francesco Montesano
nel 1978, l’edificio registrò il completo declino. Le proprietà di
Francesco Montesano furono divise tra gli eredi e la gestione
dell’intero Roof Garden passò ad uno dei suoi figli, Nicola.
Nel
1981 l’albergo al primo piano venne chiuso, mentre proseguì l’attività
della sala banchetti e, al piano terra, quella del Bar Roof Garden
passato agli Arcidiaco.
1987: LA FINE DI UN MITO CITTADINO
1987: LA FINE DI UN MITO CITTADINO
Nonostante
la ferrea volontà da parte di Nicola Montesano al fine di ristrutturare
completamente l’intero stabile, il Roof Garden chiuse definitivamente i
battenti nel 1987 a causa del fallimento della SAR (Società Alberghi e
Ristoranti). La proprietà dell’edificio passò ad una seconda società
che, prima di fallire anch’essa, smantellò per intero la struttura del
locale.
Ad oggi, del Roof Garden rimane soltanto l’impianto
rustico. Uno scheletro vuoto a cui servirebbero circa 15 milioni di euro
per la ristrutturazione.
Alla fin della fiera, un dato è certo.
Se a Reggio Calabria, oggi, viene spesso imputato il fatto che manchino
zone di aggregazione sociale, oltre agli usati ed abusati Corso
Garibaldi e Via Marina, comunque privi di un concreto polo di
attrazione, col rischio che la gente rimanga per strada esposta a
pericoli di qualunque natura, è proprio perché sono assenti ritrovi di
coesione sociale come il Roof Garden il quale, insieme allo storico Lido
comunale ed alla Torre Nervi, rappresentava, tolte le ‘scorie’,
l’ideale ‘zona verde’ d’incontro per giovani e per adulti.
Ritrovi-fucina di idee per far emergere, oggi, la Reggio Bene: stavolta,
però, in senso morale.
Fonte: Strill il quotidiano in tempo reale
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