La bottiglia con la pallina
nasce in Inghilterra nel 1872 e, in Italia, è esistita fino ai primi
anni '60. Il desiderio dei bambini era la biglia di vetro che
recuperavano rompendo la bottiglia per giocare al "giro d'Italia" in un
circuito fatto con le proprie mani.
Questa bottiglia era riempita con una
particolare macchina dove veniva posta con l'apertura rivolta verso il
basso, il prodotto si iniettava a pressione e una volta piena, la
pallina di vetro in essa contenuta per effetto della gravità cadeva
verso il basso finendo a contatto con la guarnizione collocata nella
bocca della bottiglia. Rimettendo la bottiglia in posizione normale, la
pallina rimaneva schiacciata verso l'alto dalla stessa pressione del gas
contenuto nella gassosa, sarebbe quindi bastata una leggera pressione
su di essa con un apposito legnetto, che i fornitori distribuivano così
come oggi si distribuiscono i cavatappi, o con le stesse dita, come
molti usavano fare, per aprire la bottiglia. E' ovvio che tutta la
polvere accumulatasi sulla parte esterna della pallina cadeva con essa
nella gassosa, un po' come capita oggi con le attuali lattine per
bibite, fu quindi per motivi di igiene che venne sostituita con la più
moderna bottiglia a tappo automatico. E' comunque da sottolineare
l'ingegno con cui era stato progettato questo contenitore, si possono
notare nella foto le due rientranze ricavate nel collo della bottiglia
che servivano a bloccare la pallina nel caso in cui il prodotto veniva
consumato senza l'ausilio di un bicchiere, evitando che la stessa
andasse ad ostruire la fuoriuscita del liquido contenuto, inoltre la
bottiglia era schiacciata al centro, evitando in tal modo alla pallina
bruschi movimenti.
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