domenica 1 febbraio 2015

Pellaro 4 settembre 1910 - Post n. 2.323

Casa del delitto della Mano Nera
Pellaro
4 settembre 1910
"Nella notte del 4 settembre, un agguato crudel si prepara, nel paese chiamato Pellaro. Mentre dormono in otto persone. Ruvolino Giuseppe era stanco, appoggiato al suo letto dormiva, quando giunse la gente cattiva, ebbe un colpo d'accetta e morì. Poi quei barbari ucciser la moglie e, in tal guisa nei letti rasenti, trucidaron i figli innocenti, che a vederli facevan pietà".
Non si scherza con la Mano Nera: la sua ferocia è leggenda, anima dicerie che diventano materia per canti e componimenti, come questo di Cesare Picchi. Ma non è leggenda, è cronaca.
Come molti italiani in quegli anni, Giuseppe Ruvolino tenta l'avventura americana. Però con una moglie e sei figli da mantenere, per il migrante è difficile trovare il bengodi di cui si parla, e New York, alla fine, gli sembra solo un'altra città in cui tirare a campare, dandosi perciò alla malavita. Il problema è che nella Grande Mela delinquere significa quasi sempre avere a che fare con 'a Manu Nira, il terribile racket italiano le cui dita arrivano fino in Canada. Dalle ceneri della Mano Nera nascerà, poco dopo, la mafia.
Ruvolino partecipa ad una rapina organizzata dal clan, ma è sfortunato: la polizia lo cattura, lo minaccia; lui terrorizzato, fa il nome dei suoi complici e ottiene la libertà. Prende famiglia, armi e bagagli e scappa di nuovo in Calabria, consapevoli di essersi macchiato d'infamia, stigma che equivale ad una condanna a morte. Pensa che la Mano non arriverà fino in Italia, e si sbaglia. Scampa a due tentativi di avvelenamento, che non denuncia per paura, ma ormai sa che son venuti a cercarlo fino là, a Pellaro.
La notte del 4 settembre 1910 penetrano nella sua baracca e fanno scempio di lui, della moglie e dei sei figli, il più piccolo dei quali ha appena quattro mesi. Con asce e pugnali sfondano il cranio di tutti e otto, le loro grida fanno accorrere i vicini, ma la scena che si trovano davanti è una bolgia infernale di sangue e teste scoperchiate.
Dei punitori, che resteranno impuniti, nessuna traccia, volatilizzati come fantasmi in un racconto del terrore

1 commento:

  1. I cognomi delle vittime sono Rogolino e Malara, per come si può evincere consultando gli atti di morte presso l'archivio di stato

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