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Chi non conosce la colla Coccoina?
Dolce profumo di mandorla e confezione accattivante (almeno per
l’epoca, oggi lo possiamo considerare un vero e proprio pezzo di
storia). Dal 1927 la colla coccoina ha mantenuto la sua confezione
praticamente invariata; ad oggi la possiamo ancora trovare tra gli
scaffali delle cartolerie che fa bella mostra di sé, con il suo
barattolino color argento e il logo in blu-violetto che si srotola lungo
tutto il barattolino.
Un contenitore
seducente che evocava, più che un prodotto da ufficio, un vero e
proprio prodotto di bellezza, promosso come tale anche dai manifesti
pubblicitari dell’epoca. Molto più di una colla, la coccoina trasmetteva
stile e modernità. Più di settanta anni di storia veicolati da un prodotto
semplice, sostenibile e atossico: la coccoina è infatti prodotta a base
di amido di patate sciolto in acqua; un’aggiunta di olio di mandorla le
regala il classico profumo delicato che immagino in molti ricordate (per
me è il classico odore “di quando ero bambina”, che mi fa affiorare una
valanga di ricordi).
Simbolo dell’Italia dei primi anni ’20, la Coccoina fu prodotta da
Balma, Capoduri & Co. diventando da subito la colla per antonomasia.
Coccoina significa anche funzionalità. Immagino che a
tutti sia capitato almeno una volta di utilizzarla. Una volta svitato
il coperchio è possibile individuare il piccolo vano circolare, nel
quale è presente il pennellino per stendere il prodotto, attorno al
quale si sviluppava tutto il vano che conteneva la colla.
Colla Coccoina, un’icona di storia e di design per piccoli e meno piccoli, nostalgici e nuovi ammiratori.
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