giovedì 26 gennaio 2012

31 marzo 1939 Mussolini a Reggio Calabria - Post n. 86


A pochi mesi dallo scoppio della II Guerra Mondiale (1 settembre) e a un anno e più dall’intervento dell’Italia nel conflitto (10 giugno 1940) la prima visita di Mussolini e soprattutto il discorso che egli tenne dal podio di (oggi) Piazza del Popolo, di fronte ad una folla entusiasta e straripante, nel quale contrappose i popoli fecondi, assimilati ai popoli forti, agli altri ridotti a un mucchio miserabile di vecchiardi destinati a piegarsi sotto la sferza di un giovane padrone, rivestono particolare importanza quale annuncio di una inevitabile partecipazione del paese a una guerra che ormai si riteneva inevitabile. 
Il capo del Fascismo giunse a Reggio, percorrendo la ferrovia ionica, alle 11,00 del 31 marzo proveniente da Catanzaro. Scese alla stazione centrale e percorse tutto il corso Garibaldi a bordo dell’alfa romeo fatta venire da Roma. Visitò la Casa del Fascio (oggi sede del TAR) fatta edificare a partire dal 1935 su progetto dell’Ing. De Mojà con bassorilievi dello scultore Petrone e subito dopo dal podio un forte e vigoroso discorso militarista.
A Piazza del Popolo pronunciò il seguente discorso:
pronunciò il seguente discorso:
"Camicie Nere, voi mi avete atteso per 16 anni dando prova di quella discrezione che è un segno distintivo dei popoli di antica civiltà quali voi siete.
In questi 2 giorni ho assaggiato la tempra di questo popolo. E' una tempra di buon metallo col quale si fanno le vanghe e le spade, gli aratri ed i moschetti. 
Per la vostra organizzazione, per il vostro stile, per il vostro ardore, voi siete in linea con tutte le Provincie d'Italia.
Venendo in questa terra si ha la certezza assoluta attraverso le miriadi e miriadi dei vostri figli, la certezza assoluta della continuità nei secoli della nostra Patria.
I popoli forti sono popoli fecondi, sono viceversa deboli i popoli sterili.
Quando questi popoli saranno ridotti ad un mucchio miserabile di vecchiardi, essi piegheranno senza fiato sotto la sferza di un giovane padrone.
I vecchi governi avevano inventato, allo scopo di non risolverla mai, la cosiddetta questione meridionale.
Non esistono questioni meridionali e questioni settentrionali, esistono questioni nazionali poichè la Nazione è una famiglia, e in questa famiglia non vi devono essere figli privilegiati e figli derelitti.
Dopo il mio discorso agli squadristi a Roma, ben poco vi è da aggiungere. 
Noi non dimentichiamo, noi ci prepariamo, noi tentiamo da decenni e quindi siamo sempre pronti come è sicuro di un popolo che ha molte armi e tantissimi cuori.
Sono passati più di 4 anni di prove aspre e di gravi sacrifici culminati però nella conquista dell'Impero, che è Impero di Popolo, che sarà difeso dal Popolo per terra, per mare e nel cielo contro chiunque:
Popolo e Regime sono tutt'uno, Forze Armate e Popolo sono tutt'uno, e questo Popolo Italiano è pronto ad indossare lo zaino, poichè come tutti i popoli giovani non teme il combattimento ed è sicuro della vittoria"

Nel novembre del 1941, in pieno conflitto, Mussolini tornò a Reggio in forma quasi privata per paura di bombardamenti, e all’aeroporto volle decorare alcuni piloti che si erano distinti in azioni di guerra a bordo dei Macchi C2002.



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